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Notizia 31/1/2022

BENTORNATO PRESIDENTE


La soluzione migliore solo dopo il fallimento degli apprendisti stregoni che non erano altro che dilettanti allo sbaraglio: Sergio Mattarella accetta su richiesta di Mario Draghi e dei capigruppo parlamentari (non dei leader di partiti, che d’altra parte non potevano avere più la faccia di chiederglielo dopo aver provato a sostituirlo praticamente con chiunque passasse dalle parti di Montecitorio) di restare per il secondo mandato al Quirinale. Deve risolvere qualche fastidio con i traslocatori e l’affitto della casa, ma sono sciocchezze, magari ricordarsi che il Pd a dicembre aveva presentato una proposta di legge che vieta il secondo mandato ma allora forse serviva a rafforzare l’idea che del suo secondo mandato non ci fosse bisogno. Poi “i ragazzini”, come li chiama Augusto Minzolini sul Giornale, cioè Salvini, Conte ma anche Letta (anche se ha giocato di rimessa) hanno fatto la frittata e, per fortuna del Paese, si torna all’accoppiata Mattarella-Draghi.
Hanno vinto i peones che avevano cominciato a votare il Presidente già da giorni contro le indicazioni dei propri presunti leader e alla fine gli hanno dato 759 voti collocandolo al secondo posto dopo Sandro Pertini e 4 minuti di applausi. Ha vinto il Paese, se non fosse retorico dirlo e sarebbe meglio scrivere che ha prevalso solo il buonsenso quando tutto era franato. Resta la felice accoppiata con Mario Draghi al governo, il quale ha subito convocato due consigli dei ministri per recuperare il tempo perduto da prima di Natale. Tra di Maio e Conte ne resterà uno solo, e sarà il primo. Tra Giorgetti e Salvini è più complicato, ma il primo è in vantaggio. Ha vinto la cultura politica democristiana le altre sono marginali, seppure avessero dato un segno di vita. Le donne, purtroppo, possono aspettare ma quelle tirate in ballo dagli uomini non erano nelle condizioni di poter vincere.
Il Manifesto si aggiudica il titolo più divertente:“Quirimane”. La Stampa titola “l’Italia di Mattarella”, esattamente come Repubblica sette anni fa, che ora va sul sicuro: “Il Presidente di tutti”, con i titoli un tricolore. Il Corriere va sul “Bis per il Paese”. Il Giornale per darsi un contegno si rifugia su “Obtorto Colle” e precisa senza che
nessuno lo chiedesse che “Berlusconi è stato decisivo nella svolta” (del resto quale alternativa aveva, ricandidarsi?). Libero titola: “Calata di braghe”. La Verità va controcorrente per presidiare lo spazio no vax e no tutto, titola “Seconda dose” e Belpietro scrive che ha vinto la restaurazione e che resterà la dittatura sanitaria. Intanto gli ex concorrenti al Colle, anche qualcuno involontario, si affrettano a riaccreditarsi con Mattarella.
Il Sole 24 Ore ha la quarta di copertina in rosso con un grande “Grazie Presidente Mattarella. grazie Presidente Draghi”. La firma è una L stilizzata, capiremo domani chi si fa pubblicità, come dopo la vittoria dei mondiali di calcio.
Ma il caso più interessante si snoda intorno ai Cinque Stelle. Il Fatto, nel disperato tentativo di sostenere che Conte ha fatto tutto benissimo titola “Ecco chi ha ucciso il presidente donna”, cioè Letta dice sì a Conte e Salvini e poi stronca Eli- sabetta Belloni, come se l’idea di candidare la coordinatrice dei Servizi fosse stata la pietra filosofale. E poi aggiunge che Draghi, Di Maio, Guerini, Berlusconi e Renzi “hanno tramato”. Travaglio annuncia nel suo fondo che Conte si deve alleare con Di Battista per sconfiggere Di Maio, “cameriere del potere finanziario ed editoriale che appoggia Draghi”. Luciano Fontana, direttore del Corriere, ci dà invece una speranza, quella che il più importante giornale italiano possa non appoggiare più acriticamente Giuseppe Conte: “ l’ex premier vive di nostalgia talmente forte da farlo riavvicinare al suo nemico Matteo Salvini. Ostacolare l’azione di Mario Draghi sembra diventato il suo unico orizzonte”. Se poi questi dovesse significare anche una risistemata a LA7 queste elezioni presidenziali sarebbero state ancora più preziose.
Del centrodestra in disarmo prima con la candidatura senza speranza di Berlusconi e poi con la regia ridicola di Salvini, inutile aggiungere nulla: hanno buttato nella spazzatura la possibilità di proporre per la prima volta una candidatura che non venisse da sinistra e l’hanno malamente bruciata. Perderemo un anno elettorale a prefigurare operazioni centriste di vertice, mentre ci vorrebbe un vero movimento di opinione pubblica a sostegno delle riforme e della buona gestione dell’economia, visto che in questa fase di grandi trasformazioni
sanitarie, ambientali e digitali è necessario ancorarsi anzitutto alla realtà per ricreare una classe dirigente con Mattarella e Draghi come pontieri. Enrico Letta viene trattato da quasi vincitore o da chi ha pareggiato in trasferta, ma anche le sue incertezze hanno pesato: Verderami sul Corriere rivela che il segretario del Pd metteva in rosa il nome di Draghi solo quando ai vertici non era presente Conte. I commentatori e i quirinalisti ovviamente sono in festa e scrivono più o meno all’unisono che ora deve scattare subito la fase 2 del governo, cosa che fa esplicitamente anche Fabio Tamburini, direttore del Sole 24 Ore, quando richiama l’emergenza del caro energia. Tutti scrivono delle “macerie dei partiti” (e Giannelli, il vignettista del Corriere, sbaglia e le confonde con le macerie dei Parlamento), nessuno ha ricette credibili per il futuro, per cui bisogna ringraziare il destino oppure il caso se intanto si è tornati alle caselle di partenza. Pierferdinando Casini è l’unico di quelli che erano in corsa a farsi intervistare qua e là e dice al telefono alla moglie di un deputato: “la vita è bella, e noi siamo ancora gio- vani...”.
Tra gli sconfitti della partita Quirinale vanno messe anche le inutili e interminabili maratone televisive che hanno disquisito del nulla cosmico dei leader fermandosi su chiavi di lettura da giornalismo sportivo (chi sta vincendo, chi sta per- dendo), senza che qualcuno dei protagonisti (a cominciare dallo schieratissimo Mentana che ha agitato inutilmente la panna di Conte e Casalino) facesse autocritica. “Più che capire s’intendeva ad eccitare il telespettatore e quindi si accendevano i riflettori su eventi minori, ci si accaniva intorno a subordinate di nessun interesse e poi sulle subordinate delle subordinate. Mattarella, ad esempio, non ha mai detto “sono indisponibile a restare se tutti me lo chiedono”, scrive Fabio Martini, uno dei cronisti politici della vecchia guardia su Facebook.
Giuliano Amato deve accontentarsi della presidenza della Corte Costituzionale, da dove comincia subito a occuparsi di politica.

Micky DE FINIS






Notizia 24/1/2022

La FAISA-CONF.A.I.L. denuncia l'EAV alla Commisione Europea delle Pari Opportunità


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Notizia 21/1/2022

Trasporti, doppio sciopero del personale Eav nelle prossime settimane


Proclamate due giornate di agitazioni nel mese di febbraio:
Sono previste due giornate di sciopero del personale Eav nel mese di febbraio. La prima agitazione, che riguarda il personale delle Linee Vesuviana, è stata proclamata dall'organizzazione sindacale Faisa Confail per il giorno 4 febbraio, dalle ore 18,30 alle 22,30.

La seconda, che riguarda il personale Eav, in programma per il 13 febbraio, sempre dalle ore 18,30 alle 22,30, è stata invece proclamata dall'organizzazione sindacale Faisa-Cisal.

Sempre per il 4 febbraio l'organizzazione sindacale Usb Lavoro Privato ha proclamato uno sciopero del personale dell'Atc di Capri dalle 11,00 alle 15,00.






Notizia 12/1/2022

Oggi la CONF.A.I.L. – F.A.I.S.A. ha chiesto un incontro urgente a tutti gli organi preposti al fine di scongiurare le continue aggressioni al Personale di Front Line Ferroviario e del TPL


La CONF.A.I.L. – F.A.I.S.A. denuncia con fermezza le aggressioni che avvengono continuamente nei confronti del Personale del TPL impiegato in prima linea. Ad aggravare la situazione si sono aggiunti gli ulteriori incarichi legati ai controlli anti COVID e ai controlli per il Super Green Pass, contenuti nelle recenti disposizioni normative dettate dal Governo.

Per tale motivo, la CONF.A.I.L. – F.A.I.S.A.  ha chiesto un diretto coinvolgimento del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità, del Ministero dell’Interno, delle Prefetture, delle Regioni e di tutti gli Enti preposti, affinché, si trovino, soluzioni e provvedimenti  tali da fermare le aggressioni nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori in attività.
La CONF.A.I.L. – F.A.I.S.A. riteniene inconcepibile che i controlli anti COVID e Super Green Pass siano incombenze aggiuntive delegate ai lavoratori, i quali, si ritrovano, ancora una volta ad operare senza le debite tutele.
la CONF.A.I.L. – F.A.I.S.A. ritiene necessario un tavolo Nazionale permanente tra Ministeri di competenza, parti datoriali e parti sociali, finalizzato alla sottoscrizione di un protocollo sulla prevenzione e sulla gestione delle situazioni di pericolo per gli utenti e gli operatori della mobilità.

In considerazione dei nuovi interventi legislativi, quindi, al fine  di limitare il fenomeno delle aggressioni, la CONF.A.I.L. – F.A.I.S.A. ritiene sia doverosa la revisione del D.P.R. 753/80, promovendo, nell'iter legislativo, la normativa per includere il personale di front-line del TPL nelle previsioni dell’art. 583 quarter del codice penale.







Notizia 7/1/2022

Faisa Confail proclama lo sciopero delle linee vesuviane di Eav per il 10 gennaio


Proclamato uno sciopero il 10 Gennaio dalle ore 18 alle 22 delle Linee Vesuviane.

Per il 10 gennaio è stata proclamata dalla Faisa Confail una seconda azione di sciopero di 4 ore, dalle ore 18:00 alle
ore 22:00, che vede coinvolti dirigenti della circolazione ferroviaria (DCO) delle linee vesuviane di EAV. La protesta, sfociata nello sciopero, è tesa al riconoscimento della qualifica di “Quadro” e relativa indennità
economica. E’ giusto chiarire che, poco più di 2 anni fa, questo personale veniva inquadrato in un livello professionale più alto rispetto a quello contrattualmente previsto con conseguente adeguamento economico
migliorativo.

EAV, come già esposto in tutte le sedi istituzionali (ivi compreso in Prefettura) si è resa disponibile e lo è
tuttora a ricercare soluzioni utili a dirimere la vertenza nell’ambito di un quadro economico sostenibile.
E’ evidente che questa disponibilità di EAV, manifestata fattivamente con l’apertura di un tavolo di trattativa in
corso, non è stata accolta dalla Faisa Confail.






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