Nella giornata di ieri 10/05/2022 si è tenuto un incontro tra la Segreteria CONFAIL FAISA e i rappresentanti le Associazioni Datoriali delle aziende esercenti Il Trasporto Pubblico sul rinnovo del CCNL di categoria.
Come in altre occasioni, l’incontro non si è potuto concludere in maniera positiva a causa della chiusura, da parte datoriale, verso le nostre richieste.
In serata, apprendiamo della firma di un “Verbale di accordo nazionale di rinnovo del CCNL Autoferrotranvieri – Internavigatori (mobilità TPL)” da parte delle stesse Associazioni Datoriali in disaccordo con la nostra posizione e le organizzazioni sindacali FILT-CGIL, FIT-CISL, Uiltrasporti, FAISA CISAL, UGL-FNA.
Dalla lettura di questo verbale è chiarissimo il motivo per cui le Associazioni Datoriali non hanno ritenuto di concludere positivamente la trattativa in corso con la CONFAIL FAISA.
A nostro parere, quanto firmato è non solo inadeguato ma addirittura offensivo verso una categoria che, quotidianamente, è costretta a mettere “pezze” per autobus e treni che farebbero bene a restare nelle officine, quotidianamente subisce assalti verbali e fisici da utenti appiedati quando non da veri e propri delinquenti eccetera. Per non parlare della straordinaria dimostrazione di attaccamento al lavoro e alle aziende stesse dimostrata durante i picchi della pandemia COVID.
È inadeguato ed offensivo in aumenti retributivi che hanno un effetto di pura facciata e che sono lontanissimi dal compensare gli anni di vacanza contrattuale e l’attuale tasso di inflazione.
È inadeguato ed offensivo per la mancata ricaduta del pur misero aumento della retribuzione su tutti gli istituti economici che da essa dipendono.
È inadeguato ed offensivo per lo scippo operato a danno dei lavoratori dopo anni di errata retribuzione dei giorni di ferie.
Come ulteriore dimostrazione di ignavia, le OO.SS. firmatarie annunciano un referendum per sentire il parere dei lavoratori.
La CONFAIL FAISA si impegna fin d’ora invitando tutti i lavoratori del TPL a partecipare in massa a questo referendum, quando e se verrà indetto, per dire NO all’approvazione di questo contratto farsa che mira solo all’impoverimento dei lavoratori e a tacitare le coscienze di sigle sindacali che ormai non hanno più niente da dire.
Napoli 11/05/2022
Il Segretario Nazionale
Domenico De Sena
Il I° maggio 2022 vede il panorama lavorativo nel nostro Paese continuare a manifestare, peggiorate, le condizioni degli ultimi anni per i lavoratori dipendenti.
Se nel 2020 e 2021, a causa della pandemia COVID-19, abbiamo visto nascere l’esigenza di ripensare l’organizzazione del lavoro per tante categorie di lavoratori, dettata dalla necessità di ridurre gli spostamenti e gli affollamenti nel Trasporto Pubblico ricorrendo a strumenti come lo smart working, nel 2022 è la necessità di ridurre i consumi energetici a causa della speculazione sui prezzi dell’energia, partita ancora prima della reale carenza potenzialmente derivabile dalle conseguenze dello stato di guerra in Europa, che ci ricorda come i modelli organizzativi del lavoro del passato vadano rinnovati.
Sicuramente va rinnovato il sistema di garanzia della sicurezza sul lavoro, ormai evidentemente inadeguato se non nella normativa, certamente nei controlli e nelle sanzioni se, nei primi tre mesi dell’anno, gli infortuni sul lavoro sono aumentati di oltre il 50% con ben 189 morti, certificando una tendenza già vista negli scorsi anni.
Di fronte a questi numeri è difficile parlare di “incidenti”. Più facilmente, siamo in presenza di un generalizzato fenomeno di mancanza di sicurezza generato da condizioni di lavoro che sono andate via via degenerando, favorite da una mancanza di cultura non solo specifica della sicurezza, ma, più in generale, della mancanza di Cultura derivante dall’impoverimento del sistema di Istruzione cui abbiamo assistito negli ultimi vent’anni. Per non parlare di quella perla di sfruttamento chiamata “alternanza scuola lavoro”, che pure ha avuto le sue vittime.
In un paese dove il caporalato resta diffuso sul tutto il territorio, dove sono fannulloni coloro che non si piegano a lavorare 15 ore al giorno, sette giorni su sette, per poche centinaia di euro al mese, dove resta diffuso il lavoro in nero e le buste paga false, è proprio una sorpresa scoprire che la prima vittima è la sicurezza?
Di sicuro le risorse economiche non vengono utilizzate a beneficio dei Lavoratori: oggi in Italia ci sono 39 Contratti Collettivi di Lavoro, di questi ben 34 sono in attesa di rinnovo, a titolo di esempio citiamo il CCNL Autoferrotranvieri, quinquennale, scaduto nel 2017: è praticamente “saltato” un intero periodo contrattuale!
Con l’attuale livello di inflazione stiamo parlando del generale impoverimento di 6,8 milioni di lavoratori dipendenti, il 55,4 % del totale.
Con quali risorse dovrebbe funzionare l’economia del Paese? Chi deve acquistare quello che si produce? Quale è il modello di economia che ha in mente il Governo se la metà della forza produttiva non è in grado di sostentarsi con il lavoro? Sussidi e bonus? Mentre gli imprenditori e le multinazionali delocalizzano dopo aver fatto man bassa del nostro Know How?
Questo primo maggio deve essere uno spartiacque: i lavoratori devono essere rimessi in grado di vivere dignitosamente con i loro stipendi, senza se e senza ma.
E al sicuro.
(I dati citati sono dati Istat/Inail)
Il Segretario Nazionale
Dott. Domenico De Sena
Dopo quattro lunghi anni di vertenza sindacale che ha riguardato la Corden Pharma , storica azienda del settore farmaceutico del nostro territorio i cui lavoratori e le loro famiglie hanno vissuto questo tempo con ansia e profondo dispiacere, finalmente grazie alla sensibilità ed al senso pratico del prefetto di latina SE Dott. Maurizio Falco ed alla tenacia continua della CONFAIL, da sempre è stata impegnata in prima linea con i lavoratori per dare prospettiva futura al lavoro dell’azienda e di scongiurare la sua chiusura che sembrava inevitabile, a partire da oggi il destino di azienda e lavoratori si è illuminato di nuova luce. Il tavolo di oggi, richiesto dalla Confail e convocato dal prefetto Falco con la partecipazione di Regione Lazio con gli assessorati al Lavoro ed allo Sviluppo Economico , MISE, Dirigenza Corden Pharma , Associazioni di Categoria Industriale, Sindacati e la Sindaca di Sermoneta, ha evidenziato l’interesse di un forte gruppo industriale del settore farmaceutico nel rilevare e rilanciare il sito aziendale della Corden Pharma con tutti i dipendenti in carico. Il delegato della nuova azienda che coltiva il progetto di subentro , Ing De Rosa, ha informato che se la trattativa dovesse andare in porto come sembra il sito subirà delle modifiche alle linee produttive per l’immissione diretta nel mercato di prodotti bio- farmaceutici di nuova concezione. Tutto questo è stato possibile dopo che la CONFAIL ha convintamente richiesto ed ottenuto, nell’ottobre 2021, sei mesi di cassa integrazione, oggi prorogata per altri sei mesi, senza ricorrere ai licenziamenti e questo tempo ha permesso a noi di cercare le sinergie necessarie per il rilancio del sito industriale con il primo tavolo convocato dal Prefetto del 16 marzo scorso e di esperire tutte le strade possibili per scongiurare il ridimensionamento e la successiva chiusura dell’azienda. Va detto che il prefetto e stato attivo come 3e caparbio , motivato sicuramente dalla volontà di preservare il lavoro , fonte di reddito di decine e decine di famiglie pontine
La soddisfazione è tanta ma il nostro ruolo è quello di restare la fianco dei lavoratori della Corden Pharma , come dei tutti i lavoratori dei comparti che rappresentiamo, e di continuare nella difesa del diritto al lavoro, come la nostra costituzione ci chiede.
Il segretario Failc Confail Latina Giovanni Chiarato
“La vicenda del ritiro di 100 milioni di investimenti messo in atto dall’ azienda farmacologica Catalent di Anagni è paradossale ed è purtroppo figlia del suo tempo. Nel senso che la salvaguardia dell’ambiente, tema che interessa tutti, è spesso confuso con l’immobilismo privo di lucidità delle istituzioni deputate a questo.
Istituzioni che operano nell’attesa di mirabolanti evoluzioni che invece dipendono solo dall’applicazione fattiva e concreta del lavoro che debbono fare.
La contrapposizione tra produzione industriale e quindi della crescita del lavoro umano ed i temi della conservazione e del miglioramento dell’ambiente in cui si produce , è un falso problema e diventa tale se lo si affronta con soluzione di continuità.
La revoca dei fondi destinati all’implementazione è stata determinata dall’inerzia di chi doveva fare il proprio lavoro e questo non è accettabile.
La CONFAIL Nazionale, uno dei sei sindacati ammessi al contratto del lavoro del comparto chimico in Italia, si duole profondamente per questa interruzione non virtuosa della catena del lavoro proiettato al futuro nell’azienda Catalent alla quale chiediamo una sospensione del provvedimento.
In un recente passato tale struttura era legata ad un’altra che si trova nel territorio pontino nel comune di Sermoneta, l’azienda Corden Pharma, che sta affrontando un periodo critico di cui ci stiamo facendo anche noi carico per trovare delle soluzioni propositive al rialzo, perché siamo convinti che la grande competenza acquisita dal management e dalla forza lavoro dei nostri territori nel settore specifico sia un valore di alto profilo che non deve essere depauperato ma incrementato.
In questa visione la CONFAIL vuole lanciare un messaggio di collaborazione con la forza lavoro dello stabilimento di Anagni per rafforzare la loro voce nelle trattative sindacali ed in generale nel comprensorio del Frusinate per il settore chimico e della Gomma Plastica.
Così, in una nota, il Segretario Nazionale F.A.I.L.C. – CONF.A.I.L. Giovanni Chiarato.