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CONF.A.I.L.
Confederazione Autonoma
Italiana del Lavoro

Notizie Aggiornamenti e Novità


Notizia 6/12/2021

Quando lo Stato è finto invalido.


Ancora una volta il vero finto disabile è lo Stato, lui fa finta di non vedere i veri disabili, ma non si gira dall’altra parte, li incita ad avere più dignità. Il 14 ottobre scorso l’Inps ha prontamente recepito due sentenze della Corte di Cassazione che hanno stabilito che le persone con invalidità tra il 74-99%, non possono prestare più alcuna attività lavorativa per avere diritto all’assegno mensile di invalidità di 287 euro. Ma certo! Con 287 euro solo un avido ingordo invalido al 99% può pretendere di lavorare, a che gli servirà poi tanta ricchezza dopo aver percepito un così cospicuo reddito?
Caro vecchio, avido e ingordo invalido, niente paura, fortunatamente il nostro Parlamento ha immediatamente ripristinato la vecchia norma e, come prima, ti permette di riprendere il lavoro, ma stai attento, anche questa volta, se superi un reddito da lavoro di 411 euro al mese perdi il privilegio.
Risolto tutto allora caro vecchio, avido e ingordo invalido, puoi tornare tranquillo a pranzare alla Caritas ove sanno tutti che il cibo è ottimo, a dormire sotto i ponti e puoi comprarti un bel cartone ultima moda come coperta, in modo da far morire di invidia tutti i parlamentari o ex parlamentari che vivono di un pidocchioso vitalizio.
Finalmente proprio nella giornata mondiale della disabilità giustizia è fatta!
E ora, quindi, basta, caro vecchio, avido e ingordo invalido, falla finita di lamentarti è inutile che tenti di renderti utile e indipendente, sii fiero di stare sulle spalle dei tuoi cari e non dimenticare che prima di te c’è il reddito di cittadinanza, quello di inclusione, le pensioni sociali ecc. ecc. Non a caso, lo stato Italiano ti ha lasciato il privilegio di essere l’ultimo, grazie a lui, infatti, sarai il primo ad entrare nel regno dei cieli.
AMEN
M. DI BLAS






Notizia 8/11/2021

APRILIA, PROTESTA DI CONFAIL AL BIOCHIMICO: “LICENZIATE DUE LAVORATRICI SENZA CONCERTAZIONE”


IBI Istituto Biochimico G. Lorenzini SPA di Aprilia:
stato di agitazione sindacale presso l’azienda indetto dal segretario
nazionale Failc Confail Giovanni Chiarato





L’azione – spiega in una nota il sindacato – si è resa necessaria a seguito del licenziamento immediato di due lavoratrici per “soppressione del posto di lavoro”,
licenziamento attuato senza alcuna concertazione e senza il ricorso a
soluzioni alternative che le norme in materia di lavoro consentono.





Improvvisamente, in nome di una presunta riorganizzazione e
ristrutturazione dell’azienda, e ignorando il ricorso a forme di tutela
previste dalle leggi, la dirigenza – continua la nota di Confail – ha
dato questa disposizione che al momento riguarda due lavoratrici ma che pare propedeutica ad una riduzione di produzione e conseguentemente di posti di lavoro.





Ribadisco – afferma il segretario nazionale Chiarato – che
non è questo il modo di agire verso chi nel proprio lavoro ripone tutte
le speranze di vita e che noi FAILC- CONFAIL siamo scesi in campo con
questa azione perché mettiamo al primo posto la tutela della persona,
prima ancora della tutela del lavoro che per noi comunque rappresenta
l’obiettivo da raggiungere
“.





Non è pensabile che si possa agire senza considerare che in ogni
persona che lavora esiste un mondo fatto di aspettative, di bisogni e
di necessità e che non si deve credere di poter disporre dei lavoratori
come se fossero un interruttore di energia che si accende e si spegne
secondo necessità di comodo. Siamo pronti a sostenere ad oltranza questo
stato di agitazione e la proclamazione dello sciopero nei prossimi
giorni
– conclude Chiarato – a tutela dei lavoratori ed
all’azienda rinnoviamo l’impegno a trovare insieme soluzioni positive
per il presente ed il futuro nell’interesse di tutti
“.






Notizia 28/10/2021

La CONF.A.I.L. elegge il proprio Segretario Generale Confederale Antonio Forcella e si rende più moderna e democratica.




Si è svolto il 14/15 ottobre 2021 a Torre del Greco, l’ottavo Congresso Confederale CONF.A.I.L..
Nei due giorni di lavori, non solo si è discusso degli stati generali della Confederazione, ma sono state approvate dal Congresso sia le modifiche allo Statuto, necessarie a rendere le Federazioni ancora più libere e autonome, adeguandolo alle più evolute esigenze di mercato, sia il Codice Etico.
Al fine di rendere la Confederazione più democratica e sensibile alle innumerevoli problematiche del lavoro nei singoli comparti, si è provveduto a sopprimere alcune Federazioni di categoria e, nel contempo, ad istituire nuove Federazioni di lavoratori in attività produttive emergenti.
E’ stata eletta la nuova Segreteria Confederale composta da 11 componenti:

Forcella Antonio
De Finis Michele
La Gatta Carmela
Chiarato Giovanni
De Sena Domenico
Iacomino Marzio
Di Blas Maurizio
Zavettieri Annunziato
Morabito Pasquale
Lucca Giovanni
Margagliano Massimo

Il Comitato Centrale, congiuntamente ai neo componenti di Segreteria, ha riconfermato, all’unanimità, il rag. Forcella Antonio nella carica di Segretario Generale Confederale.
E’ seguito un discorso di ringraziamento del rinnovato Segretario Generale Forcella che ha commosso l’intera platea applaudente.
Sono state gettate le basi per il futuro prossimo della CONF.A.I.L., con particolare attenzione ai suggerimenti raccolti durante i lavori congressuali.
A Breve sarà convocata la prima riunione di Segreteria Confederale per il conferimento degli incarichi ai suoi componenti e la progettazione dell’attività sindacale futura.

Grazie a tutti per avere reso migliore la CONF.A.I.L.








Notizia 27/10/2021

Disabili e lavoro, Chiarato (CONF.A.I.L.) Chiede un incontro al Ministro Stefani






Professore Mario Draghi

Presidente
del Governo d'Italia

                  



Dottoressa Erika Stefani

Ministra
delle disabilità del Governo d'Italia



 e p. c.



Dottoressa Elena Bonetti

Ministra delle pari opportunità e della famiglia



 



Egregia
dottoressa Erika Stefani,

ho apprezzato molto quando  il presidente
Mario Draghi in diretta tv ha dichiarato che aveva istituito il ministero per
le disabilità.

Perché io credo fermamente che una società può dirsi civile solo quando
accoglie in se l’esistenza della disabilità umana e se ne fa carico davvero.

E parto da un presupposto fondamentale: siamo tutti disabili.

Nasciamo come dei piccoli disabili che necessitano di ogni aiuto  per crescere e per diventare autonomi.

Se Dio ce ne da la forza moriremo come dei disabili, che hanno bisogno di aiuto
per lasciare in dignità questa nostra vita.

Nel frattempo tutti possiamo diventare disabili,  per un trauma o per malattia e questa
disabilità può essere temporanea ma può essere permanente ed accompagnarci per
il resto delle nostra vita.

Quindi ambisco ad  una società  che comprende che la disabilità non è una
sfortuna capitata a qualcuno ma è una circostanza che riguarda tutti.

Mi aspetto, quindi, che  un giorno,
presto, tutte le abitazioni abbiano il bagno attrezzato per i disabili motori,
che gli spazi ambientali siano tutti a misura di disabile, che le città siano
fruibili come lo siano gli spazi aperti 
a chi deve essere accompagnato, accompagnata. Vorrei che gli arenili
siano per tutti  e che infine i panorami
siano vedibili anche ai ciechi e la musica sia udibile anche ai sordi.

Non vorrei più che la disabilità sia una tragedia che commuove, di cui se ne
parla tanto, in cui si riversa il nostro buon cuore e con la quale ci si
guadagna un posto sicuro in paradiso.

Non capisco quindi  l’incredibile
determinazione nr 3595  INPS del 14
Ottobre c.m. che, a seguito di sentenze di cassazione (rif 17388/2018 e
18926/2019), dichiara che il requisito della mancanza assoluta di reddito da
lavoro è quello che concorre a far attribuire l’assegno di invalidità ad un
disabile in condizioni economiche disagiate.

E che è sufficiente a negare, se in presenza di reddito da lavoro seppure
minimo, l’assegno di invalidità ad un disabile in età lavorativa.

Una durezza di principio che non è riscontrabile verso nessun’altra categoria
di persone.

Perché è di persone che stiamo parlando, non di entità né di numeri
percentuali.

Eppure si capisce da se che se una persona ha una disabilità di livello
compresa tra il 74 ed il 99% forse ha qualche difficoltà a svolgere lavori a
tempo pieno e pienamente retribuiti e che probabilmente quell’integrazione al
reddito da assegno d’invalidità che si riesce ad ottenere con lavori  di adeguato impegno  e di bassa retribuzione , quasi esclusivamente
in cooperative sociali e associazioni, servono proprio a rendere dignità alla
sua vita,  servono alla possibilità di
sovrapporre la propria crescita sociale a quella di chiunque altro.

Invece ora no: i disabili o lavorano sul serio e si fanno pagare uno stipendio
che sia degno di questo nome o si prendono il loro misero assegno sociale di
287 euro mensili.

 Vivranno solo  con quello e con il mitologico reddito di
cittadinanza, mai più pensare ad integrazioni nel mondo del lavoro.

A cosa serve un Ministero delle Disabilità se passa questo principio?

A cosa serve, se non detta l’indirizzo politico che afferma la sua
rappresentanza nel paese?

A me pare che il detto del Summa Lex Summa Iniuria sia stato superato
dall’assurdità di questo teorema legale, avverso a qualsiasi principio di
integrazione che deve essere invece il faro che illumina il percorso di
evoluzione dell’umanità intesa come “specie sociale”.

Le chiedo ufficialmente di invitarmi a discutere con Lei e ad unire tutte le
associazioni che si occupano di disabilità ed i sindacati del lavoro nel farsi
carico di risolvere subito e con fermezza questa inaccettabile interpretazione
della condizione delle persone disabili nel mondo del lavoro.

Non abbiamo bisogno di divisioni e di isolamento più di quanto non lo si vive
oggi. Abbiamo necessità invece di sentire che la nostra battaglia per
l’integrazione non sia una battaglia  ma
una causa di pace, non un conflitto tra insensibilità diffuse.

Attendo fiducioso un suo gentile riscontro.





Il
Segretario Nazionale



F.A.I.L.C. –
CONF.A.I.L.



Giovanni
Chiarato








Notizia 12/10/2021

Corden Pharma, prorogata la Cig. Chiarato (Confail): 'Problema rinviato'


Corden Pharma hanno coinvolto la Regione Lazio e la dirigenza
dell'azienda a proseguire di sei mesi la cassa integrazioni per gli 82
lavoratori considerati in esubero. 



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